Oggi 15 Aprile siamo andati con il professore di tecnologia a visitare la centrale
idroelettrica di
Calusia. E' stato
meraviglioso!! Tutti quanti prestavano grande attenzione alla guida, la quale ci illustrava
minuziosamente i passaggi con i quali si arriva a trasformare l'energia cinetica in energia
elettrica e il modo in cui viene fornita alle famiglie. Il tutto può sembrare
estremamente semplice, basti pensare ad un flusso d'acqua che colpisce una turbina e la fa girare, ed essa produce energia. Il principio è quello, ma non è tutto così semplice. Innanzi tutto, la guida ha cominciato a spiegarci che questa centrale è stata costruita dai Savoia e, in periodo di guerra, è stata camuffata con tinte a chiazze assai somiglianti a quelle degli indumenti che
identificano i soldati militari. Ora invece è molto cambiata dai tempi in cui è stata costruita, è stata ampliata e ad essa sono stati aggiunti nuovi bacini. Nel territorio circostante, poco più lontano, si trovano altre due centrali, meno importanti, ma comunque
determinanti per la produzione. Ci ha spiegato che queste centrali sono basate sul riciclo dell'acqua, cioè trovandosi una sotto l'altra, l'acqua passa per tutte e tre e una ha addirittura un sistema di pompaggio, che permette all'acqua di risalire di notte per poter essere
riutilizzata di giorno. La fonte dell'acqua è
rappresentata da due laghi molto conosciuti nel territorio calabrese:il lago A
mpollino e il lago A
rvo, che è
direttamente collegato, tramite una galleria sotterranea, alla prima centrale. Per sfruttare l'acqua dell'
Ampollino è stato costruito un altro canale che lo collega all'
Arvo. Ci sono poi altre fonti che non starò ad elencare che forniscono acqua alle centrali, fonti di minor importanza e rilevanza.Prima di arrivare alla centrale, però, c'è un salto di parecchi metri e, in caso di emergenza, se si dovesse chiudere la valvola che permette il passaggio dell'acqua, la forte pressione la
respingerebbe all'indietro e andrebbe a scontrarsi con le pareti dei condotti e a
eroderli irreparabilmente. Per far si che ciò non avvenga, c'è un tubo simile ad un
silus che va a contenere tutta l'acqua respinta, limitandone i danni. Una volta arrivata alla centrale, l'acqua aziona delle turbine che, ruotando, producono tramite un alternatore, energia elettrica. Non è semplice, però, far girare le turbine e c'è bisogno di precise leggi fisiche per far sì che ciò avvenga. Esistono, in base alla portata dell'acqua ( che deve essere sempre costante, e viene mantenuta in questo stato da alcuni macchinari) diversi tipi di turbine. Quelle principali sono tre, ma a noi hanno descritto e illustrato solo le prime due, non disponendo nella centrale di una del terzo tipo. La
Pelton è una turbina formata da una serie di pale a forma di cucchiaio doppio. La parte centrale che li unisce è chiamata tricuspide ed essa serve a far si che l'acqua di ritorno non colpisca la turbina nuovamente, annullando l'
accelerazione. La
Francis, invece, è una turbina che funziona grazie all'impatto dell'acqua su di essa. Grazie ad una parte a spirale che la precede, il getto viene attenuato e può infrangersi sulla turbina senza conseguenze dannose. Infine siamo passati alla pratica, abbiamo visto le varie fasi e poi ci è stato spiegato il processo di
distribuzione dell energia prodotta, un po' troppo complesso da spiegare, definito dal contratto stipulato con la società erogatrice. Ci siamo quindi avviati per il rientro ed il viaggio, anche se lungo, non è stato affatto noioso, allietato da alcuni nostri compagni pieni di "iniziativa". Questa uscita didattica è stato bellissima e spero tanto di rifarne altre così.
Carmine